![]() Pitture e artisti |
ANNO: 1100 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900
L'arte dei secoli XI e XII è particolarmente caratterizzata dal recupero del
patrimonio classico del tardo impero romanico. Dalla Spagna alla Francia e
all'Italia fino all'Inghilterra ed ai paesi Scandinavi è evidente, l'influsso
dello stile
dell'impero di Roma. In
architettura sono largamente usati l'arco e la volta, mentre nella scultura sono
particolarmente ricercati la volumetria ed il rilievo. L'arte, in questo
periodo, è quasi interamente rivolta alla costruzione di grandi opere religiose:
la Cattedrale esprime il nuovo benessere economico dei centri urbani e diviene
il simbolo dell'intera comunità. L'architettura della Cattedrale romanica è
imponente e massiccia; il sistema costruttivo è generalmente basato su robusti
pilastri, che
sostengono volte a crociera. Pittura e scultura sono assoggettate e destinate
all'abbellimento dell'architettura: i cicli ad affresco decorano le navate e i
rilievi, e vengono collocati sia all'interno che sulla facciata della
cattedrale. Le figure appaiono generalmente rigide nei movimenti, ma, rispetto
al periodo precedente, sono caratterizzate anche dalla ricerca di maggiore
volumetria e rilievo.
Nella pittura permangono ancora fortissimi gli
influssi bizantini, anche perché mancano i
documenti pittorici della romanità: gli affreschi di Pompei ed Ercolano, che
oggi costituiscono la più importante documentazione nel settore, saranno infatti
riscoperti nel XVIII secolo. La rigidezza delle composizioni pittoriche è spesso
accentuata dalla simmetria rigorosa e dalla ripetizione ritmica degli elementi.
Le zone di colore sono nettamente separate da linee scure, che disegnano il
contorno della figura, i tratti del volto, le pieghe delle vesti.
Nelle varie
regioni, le maestranze locali caratterizzano in modi diversi la rappresentazione
pittorica; nell'Italia settentrionale, ad esempio, si evidenzia un certo
interesse per il realismo, ignoto alla pittura bizantina, che invece è ancora
nel pieno del suo splendore a Venezia e in Sicilia.
Mentre, nei periodi
precedenti, i dipinti e i mosaici erano utilizzati come decorazioni o
illustravano scene isolate, nel periodo romanico diviene sempre più frequente
utilizzarli per raccontare, in sequenze successive, gli episodi della vita dei
Santi o della Bibbia. Attraverso queste narrazioni vengono divulgati quegli
episodi che meglio possono indurre i fedeli
all'obbedienza e al timore di Dio. I temi più illustrati sono infatti quelli
della Creazione, del Peccato originale, della cacciata dal Paradiso Terrestre,
del sacrificio di Abramo. Molto rappresentate sono anche le immagini del
Giudizio finale, che evidenziano la tragica fine dei dannati; tra gli episodi
del Vangelo, vengono scelti soprattutto quelli che si riferiscono alla Passione
e alla Crocifissione, perché i fedeli comprendano quanto grave sia stato il
sacrificio di Cristo per salvare l'Umanità.
La serenità e la comprensione per le debolezze umane,
che traspariva dalle immagini paleocristiane del Buon Pastore e dell'Ultima
Cena, sono sostituite dalla severità del giudizio di Dio, inflessibile di fronte
al peccato.
Oltre ai mosaici ed agli affreschi si realizzano numerose pitture a
tempera su tavola.
Soprattutto nell'Italia centrale nasce la tradizione delle
grandi croce lignee dipinte e delle tavole che abbelliscono gli
altari, poste alle loro spalle (pala d'altare) o davanti, alla loro base
(paliotto d'altare).
Sul fondo dorato delle croci, alla grande figura di Cristo
sono affiancate le immagini più piccole della Vergine e San Giovanni, oppure
figure di Santi.
Anche sulle pale e paliotti d'altare la figura del Santo o
della Vergine è posta al centro, dove occupa generalmente tutta l'altezza della
tavola; ai lati, scene della vita del Santo o episodi del Vangelo sono disposti
su fasce sovrapposte.
Nelle figure di questi dipinti si evidenziano gli accenni
all'anatomia dei corpi ed una ricerca di espressività che conferiscono un
maggior realismo alle immagini.